Nel mondo antico..
E’ noto che nel mondo antico molte divinità
disponevano di indovini, pitonesse o profeti che, a nome del dio, emettevano
oracoli o predizioni.
Tuttavia era diffusa la credenza che prima di questi personaggi
fossero esistite alcune speciali interpreti della parola divina, esclusivamente
di sesso femminile, non soggette al passare del tempo, isolate dal mondo e poco
inclini a mostrarsi ai questuanti: erano le cosiddette SIBILLE.
La Sibilla
Cumana di Michelangelo..
La Sibilla
Cumana di Michelangelo venne affrescata tra il 1508 e il 1511 circa.
Venne rappresentata da Michelangelo
come una vecchia dalla corporatura gigantesca: il volto è chiaramente segnato
da numerose rughe, mentre la carnagione scura potrebbe essere un ulteriore
segno dell'età avanzata. La donna ha molti muscoli e la sua figura sembra
appesantita, ciò si lega molto allo stile dell'artista ( per Michelangelo,
infatti, la vita è un travaglio, un luogo di peccato e di dolore, un viaggio
terreno in cui il corpo è sottoposto agli affanni, ai travagli, alle pene che,
evidentemente, non risparmiano nemmeno le profetesse ).
La possente volumetria, evidenziata
dalle profonde ombreggiature, le dà un risalto scultoreo e un notevole effetto
dinamico: essa è seduta sul trono con il busto ruotato verso sinistra,
diversamente dalle gambe, con un’inclinazione contraria.
Dal punto di vista cromatico le calde
tonalità arancioni del suo mantello sono bilanciate dall'azzurro della tunica e
il verde del libro, creando così una armoniosità cromatica di grande effetto.
In testa indossa un turbante, elemento che, forse, ne vuole evidenziare le
origini orientali.
Cosa fa?
Dall'espressione dura e concentrata del
volto e dall'apertura delle labbra pare quasi che la Sibilla si stia sforzando
per decifrare il significato delle scritture o stia affidando la sua profezia
appena letta dal libro, appoggiato su un cuscino sopra il lato sinistro del
trono, ai due angioletti, i puttini rappresentati accanto a lei. Quest'affresco
sembra evidenziare più degli altri la funzione profetica della Sibilla. Il suo
sguardo, come quello dei puttini, è rivolto al libro; questo elemento induce
colui che guarda l'affresco a focalizzare l'attenzione sul libro stesso. Sia il
libro, sia le tavole, in mano ai puttini, sono considerati elementi
caratteristici delle Sibille pagane, ma questi simboli, originariamente pagani,
hanno subito una sorta d'evoluzione e sono stati reinterpretati poi in
senso cristiano.
Interpretazioni
Il libro, interpretandolo in chiave
cristiana, potrebbe essere associato alla Bibbia. Nella tradizione letteraria
si era infatti parlato dei libri
Sibillini, che qui si coincidono con un unico grande libro.
Le tavole in mano ai puttini, invece
potrebbero essere quelle dei dieci comandamenti.
Influenze
La posizione della Sibilla nella campata centrale
dell'intera volta ricorda la sua fondamentale profezia riportata da Virgilio nella IV egloga delle Bucoliche, in cui preannunciò la nascita di un bambino nel regno di Augusto che avrebbe dato origine a una nuova progenie celeste in grado di
riportare l'Età dell'oro: si tratta della più importante profezia in ambito
pagano riletta in chiave cristiana, che spianò la strada al raccordo tra
cultura classica e dottrina cristiana dell'Umanesimo.
Inoltre, Michelangelo si rifà chiaramente al topos della
Sibilla longeva presente, anche dal VI libro dell'Eneide:
Enea, dopo essere stato a Cartagine dalla regina Didone, e dopo
aver celebrato i giochi funebri in onore del padre Anchise, si recò a Cuma per
farsi prevedere il futuro dalla Sibilla cumana. Sbarcato sulle spiagge di Cuma,
Enea si inerpicò sulla rocca per incontrare la Sibilla mentre gli altri
superstiti Troiani andavano alla ricerca di acqua e di cibo. Alla vista di Enea
la Sibilla invocò il dio Apollo il quale prese il controllo del suo corpo
e parlò per suo tramite. Enea chiese all’Oracolo un rifugio sicuro nel Lazio
per i Troiani e la liberazione dalla cattiva sorte che li accompagnava, in
cambio avrebbe costruito un nuovo tempio per il Dio Apollo e avrebbe istituito
dei giorni festivi in suo onore. Il dio rispose che i Troiani non sarebbero mai dovuti
arrivare nel Lazio poiché li attendevano numerosissime guerre. Ad Enea sarebbe
toccato di affrontare un altro uomo forte come Achille, questi era Turno, re
dei Rutuli. Causa di tutto ciò sarebbe stata Lavinia, figlia del re Latino, che
era stata promessa sposa sia ad Enea sia a Turno.
Oltre all’attività oracolare nel poema di Virgilio la
Sibilla è colei che conduce e guida Enea nell’oltretomba.
Isabella Zuan