Questo affresco, di dimensioni piuttosto
imponenti (395x380 cm) fa parte del complesso degli affreschi di Michelangelo
apportati alla volta della Cappella Sisitina sotto la commissione di Giulio II.
Si inserisce nella settima campata e fa parte dell’insieme delle sibille e dei
profeti, raggruppati sotto al nome di veggenti. Potremmo datare la pittura di
questo energico e crucciato profeta tra l’autunno del 1511 e l’autunno del
1512.
Il restauro dell’opera ci permette di ammirarla
in vivi colori nonostante le infiltrazioni di acqua che l’avevano sbiadita,
infatti oggi possiamo renderci conto del fantastico panneggio che insiste sulle
pieghe e che è stato realizzato tramite l’uso di diverse sfumature di colore e
di tinte cangianti.
Il nome del profeta è ben leggibile in una
tabella sotto al suo trono. Tenendo presente una certa differenziazione
psichica, che denota la grande attenzione di Michelangelo nel riprendere e studiare
a fondo i moti dell’animo leonardeschi, il profeta Daniele ci mostra il suo
turbamento mentre legge dal libro che rappresenta lo Spirito Santo e ne
trascrive le visioni del mondo su un foglio appoggiato a un leggio alla sua
destra. L’enorme libro da cui legge è sorretto con una certa fatica dalle
spalle e la schiena un piccolo putto tra le possenti e volumetriche gambe di
Daniele. Un altro putto sembra spiare le sue azioni da dietro le sue spalle,
col capo coperto da un velo. Per rendere meglio gli effetti della luce e per
evidenziare la rilevanza di Daniele in primo piano, questo secondo putto è
lasciato a un abbozzo meno particolareggiato e quasi offuscato dall’ombra del
profeta; questa tecnica ci ricorda in particolar modo il bassorilievo.
Questo profeta seduto e intento nella sua
attività di trascrizione si mostra in tutta la sua imponenza dovuta
all’impianto volumetrico tipico del Michelangelo. Si osservino i piedi che
spuntano da sotto le vesti, le spalle forti e il braccio possente che tiene il
libro, su cui l’artista ha avuto la cura di descrivere dettagli anatomici quali
i muscoli e addirittura alcune venature sulla mano. La posa sbilanciata a
sinistra dovuta all’impegno nello scrivere del profeta si mostra dinamica e
soprattutto scaturisce l’energia che esprime questa possente figura.
Vedo che hai colto quali sono i tratti tipici di "Michelangelo Pittore": volume scultoreo, posizioni contorte, equilibri difficili.
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