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mercoledì 30 maggio 2012

IL PROFETA EZECHIELE


Ezechiele fa parte della serie dei Veggenti. Il profeta è affiancato da un paio di giovani assistenti ed è seduto su un grande scranno marmoreo, tra due plinti con finti altorilievi di putti a coppie, in varie posizioni. Il nome del profeta è indicato in un riquadro sotto la piattaforma che fa da base al trono.
Il profeta Ezechiele è rappresentato come una figura energica che si staglia nettamente sullo sfondo chiaro grazie soprattutto alla sgargiante veste rossa, a cui si aggiunge un panno violetto e uno scialle di preghiera azzurrino, dalla tonalità fredda che bilancia quella della veste. A ogni colore dell’abito di questa maestosa figura si può attribuire un significato proprio: il blu chiaro della sciarpa indica la contemplazione, il rosso del vestito simboleggia l’amore, mentre la penitenza è rappresentata dal color viola del mantello. Egli regge nella sinistra un rotolo, che dovrebbe rappresentare il libro delle profezie, e viene colto nell'attimo in cui egli si gira col volto di scatto verso uno dei due inservienti dietro di lui, che con il dito rivolto verso l’alto gli indica la scena della Creazione di Eva, con un'espressione concitata, sottolineata anche dal gesto della mano destra che sembra voler dimostrare la veridicità delle sue profezie. Ezechiele è infatti il profeta legato alla predizione della nascita della Vergine, prefigurata da Eva. Alcuni invece hanno letto nella sua espressione il momento di sorpresa durante l'ascolto della voce di Dio. Il volto di profilo è definito con grande precisione, con una luce incisiva che contrasta con quella più morbida degli inservienti. Il forte risalto plastico, quasi scultoreo, raggiunge il culmine nelle poderose gambe e negli energici tratti anatomici, dalle mani al collo taurino, dai vigorosi piedi all'energia della testa. I piedi di Ezechiele sono nudi, proprio per rimandare al gesto che Mosè fece alla presenza di Dio sul monte Sinai.
Tra le varie profezie di Ezechiele vi è anche quella in cui egli predisse la costruzione di un nuovo tempio che avrebbe messo fine a un'epoca di peccato e di abbandono da parte di Dio e dal quale sgorgherà un fiume miracoloso, portatore di fecondità: si tratta di una visione analoga a quella dell'Età dell'oro predetta dalla Sibilla Cumana, disposta sull'altro lato.
L'assistente, collocato in secondo piano sulla sinistra di Ezechiele, fu per molto tempo creduto una ragazza; poi, in quella figura aggraziata vi si scorse un angelo. Relativamente a questa figura il Bertini nel 1942 richiama una probabile influenza della pittura leonardesca. Con Bertini fu d'accordo gran parte della critica del Novecento, ma tale tesi non fu accettata da altri, tra i quali il Clemens (1964). Prima del grande restauro il panneggio era abbastanza danneggiato.

1 commento:

  1. Bene i riferimenti critici alle diverse interpretazioni, potevi aggiungere anche qualcosa di personale...

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