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venerdì 27 aprile 2012

Quel profeta titanico



 
DESCRIZIONE GENERALE -


La cosa che più colpisce di Giona, e in generale di tutti i Veggenti, è il fatto che tutti sono dipinti con forme vigorose e sovradimensionate, quasi costretti a stare all’interno dei loro troni muovendosi con ampie torsioni delle membra.
Giona fu una delle ultime figure ad essere affrescate poiché Michelangelo, per dipingere la volta, iniziò dalle campate vicino alla porta d’ingresso per arrivare alla campata sopra il Giudizio Universale. Giona dunque, che si trova proprio sopra l’altare fu una delle ultime realizzazioni di Michelangelo. Per affrescare il profeta furono necessarie dieci "giornate".
Ovviamente  non poteva mancare il commento del Vasari circa la figura del profeta Giona e queste sono le sue parole: «Ma chi non amirerà e non resterà smarrito veggendo la terribilità dell'Iona, ultima figura della cappella? Dove con la forza della arte la volta, che per natura viene innanzi girata dalla muraglia, sospinta dalla apparenza di quella figura che si piega indietro, apparisce diritta e vinta dall'arte del disegno, ombre e lumi, pare che veramente si pieghi indietro?»
                                                                                                                                                        

STORIA
Giona, figlio di Amittai, è ordinato da Dio di andare a  predicare la conversione ai pagani di Ninive. Giona, invece di seguire i comandi imposti da Dio, si ribella e fugge a Tarsis su una nave che è investita da un temporale e rischia di affondare. Il profeta allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire al Signore.
Così Giona viene gettato in mare, ma un "grande pesce" (alcuni ipotizzano sia una balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.

                                                                                                                            
DESCRIZIONE                                                                                          
La figura predominante è sicuramente il profeta. Il corpo è l’elemento che più sconvolge chi guarda e rappresenta al meglio lo stile di Michelangelo nel dipingere i corpi umani. Forza, tensione e vigore sono le caratteristiche che scaturiscono da questa figura.
Giona, come scrive anche Vasari, è impostato a uno straordinario virtuosismo illusionistico, che cerca di annullare l'effetto della curvatura della volta tramite l'inclinazione del corpo del profeta. Anche Ascanio Condivi sottolinea la "stupenda" capacità di "girar le linee, negli scorci e nella prospettiva", data dalla violenta torsione del personaggio all'indietro lungo un asse obliquo, bilanciata sulla destra dal grande pesce e i due fanciulli assistenti. Uno di loro sembra reggere il pesce, l'altro, con una mano sollevata, ha un gesto come di stupore, evidenziato dal panno rosa gonfiato dal vento alle sue spalle.
Le gambe nude sono proiettate verso lo spettatore, mentre il busto, vestito di un corpetto violetto con ombre cangianti in verde, è rovesciato all'indietro. La muscolatura titanica traspare dalla veste attillata e il braccio sinistro abbraccia il corpo fino al lato opposto, mentre quello destro è appoggiato indietro, con la mano sollevata che sembra indicare con un gesto.
Il suo sguardo segue l’inclinazione del busto e si fissa sul primissimo atto di Dio che crea la luce.

AFFINITÀ
Non è casuale la scelta che opera Michelangelo nel posizionare questo profeta proprio sopra il Giudizio e soprattutto sopra il Cristo.
Giona infatti viene considerato il prefiguratore della risurrezione di Gesù poiché come lui dopo tre giorni tornò alla vita fuoriuscendo dal ventre del pesce che l'aveva inghiottito. Ciò è anche detto chiaramente nel Vangelo secondo Matteo (12, 38-40): «nessun segno le sarà dato [a questa generazione], se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra». Giona, rappresenta dunque il nesso ai periodi storico-religiosi antecedenti e successivi alla nascita di Gesù.
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3 commenti:

  1. Naturalmente il Vasari, non poteva non dire la sua..Un lavoro completo, brava Nicoletta.

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  2. presentazione interessante :) solo il carattere un po' troppo piccolo...

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  3. Sì, te lo volevo dire anch'io in classe: forse il carattere andrebbe ingrandito, un profeta di tale spessore non può avere un carattere piccolo...

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